Giocare per vincere

Giocare per vincere. Sembra una frase ovvia e scontata ma non sempre questa considerazione è ben chiara nella mente dei giocatori.

Ovviamente c’è da fare una distinzione: durante una partita di Burraco tra amici il gioco è bello di per sé e poco importa se la partita si chiude con una vittoria o con una sconfitta, ma quando ci si trova in un torneo l’obiettivo principale da inseguire non è solo il divertimento, ma la vittoria, da ottenere mettendo a frutto tutte le proprie capacità e le proprie conoscenze.

Fase finale, i termini del Burraco

Obiettivo chiusura Nel gioco del Burraco esistono tre fasi principali di gioco, ognuna delle quali è identificata da uno specifico obiettivo. La fase finale di una partita è quella contraddistinta

L’essenziale per vincere a Burraco

La vittoria nel Burraco è un insieme di diversi fattori che devono sempre essere presenti. Non si può sperare di vincere affidandosi esclusivamente alla fortuna o solo alla conoscenza delle regole.

Il Burraco è un gioco in cui tutto conta e nulla può essere dato per scontato e ogni giocatore, per potersi dire un giocatore di livello, deve possedere alcune qualità essenziali.

In primo luogo, come accennato prima, per vincere è sempre necessario avere una certa dose di fortuna. Anche se questa è una variabile che non si può controllare un giocatore deve essere in grado di volgere anche le situazioni che sembrano più disperate a proprio favore. In questo ci possiamo avvalere di un certo di un vecchio detto popolare: la fortuna aiuta gli audaci. Quindi, nel caso in cui le vostre carte non siano particolarmente buone osate e fate anche mosse azzardate, tanto non avete nulla da perdere.

Non sprecare le matte

 Abbiamo ribadito più e più volte quale sia il valore delle matte nel gioco del Burraco e soprattutto quanto sia fondamentale utilizzarle nel modo giusto.

Infatti, come ben sappiamo, nel Burraco una matta, sia essa un jolly o una pinella, può essere o un grande tesoro, la carta che ci risolve la partita, come anche il nostro incubo peggiore, la carta che non sappiamo dove mettere e che ci impedisce di giungere a chiusura.

Quindi, avere una matta in mano è una situazione che va gestita con astuzia e intelligenza in modo da poter far diventare la sua presenza sempre qualcosa di positivo. Vediamo in questo articolo come non sprecare le matte e, anzi, ottenerne da loro il massimo profitto.

Osservare la comunicazione non verbale degli avversari

Da poco abbiamo concluso la lunga serie di articoli dedicati alle dieci regole d’oro per vincere i tornei di Burraco. Si tratta per la maggior parte di regole che prendono  in considerazione le carte e il modo migliore per giocarle al fine di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

In questo articolo ci occupiamo di una questione un po’ più delicata e di non facile identificazione ma che può risultare davvero utile al fine di capire, e quindi sfruttare a nostro vantaggio, ciò che fanno gli avversari: la comunicazione non verbale.

Il blocco dell’apertura

Una delle prime regole che si impara quando si inizia a giocare a Burraco è che, nel caso in cui si decide di       aprire una sequenza con una pinella, quest’ultima deve essere lasciata libera.

Facciamo un esempio per capire subito di cosa stiamo parlando. Abbiamo in mano 7, 8, 10 di cuori e abbiamo in mano anche una matta (la regola vale sia che si tratti di un jolly o di una pinella).

In una situazione del genere le strategie del Burraco indicano di giocare

7, 8, matta

Codice, i termini del Burraco

 Il codice di comunicazione dei giocatori

Tutti i regolamenti del Burraco vietano categoricamente ai giocatori di parlare fra di loro per scambiarsi delle informazioni sulle carte o sulla partita in generale, ma i giocatori hanno una grande necessità di comunicare fra di loro.

Come si può fare?

Nel gioco del Burraco il principale mezzo di comunicazione sono le carte, sia quelle che vengono calate, quelle che vengono scartate e anche quelle che sono raccolte. Ma le carte, di per sé, non danno informazioni precise.

Precisazioni sulla divisione dei ruoli

 Negli ultimi articoli abbiamo approfondito il tema della divisione dei ruoli nel gioco del Burraco e di come questa possa influenzare la buona riuscita di una partita, sia che questa sia giocata all’interno di un torneo o che sia una partita libera.

Come abbiamo accennato in ogni partita le carte che si hanno a disposizione sono il discrimine per individuare chi sarà il giocatore che si avvia alla presa del pozzetto e quello che gli farà da supporto e si occupa di raccogliere le carte dal monte degli scarti.

Proprio su questo è necessario fare alcune precisazioni.

Decidere chi va a pozzetto

 Una delle prime strategie che si imparano quando si inizia a giocare a Burraco è quella che viene definita come la divisione dei ruoli. Nella coppia di Burraco, così come nelle coppie della vita reale, i compiti sono divisi al fine di portarli tutti a compimento senza interferire l’uno con l’altro.

Nel gioco del Burraco così come nella vita si deve venire a creare una sorta di sinergia, ossia una collaborazione il cui risultato è più alto della somma delle azioni prese singolarmente.

Nel Burraco la divisione dei compiti comporta che i due giocatori che si trovano a fare coppia intuiscano il prima possibile chi sarà dei due che è deputato a giocare per arrivare all’obiettivo (presa del pozzetto, costruzione del burraco e chiusura) e avere, quindi, un ruolo da protagonista, e chi, invece, sarà la spalla, cioè il giocatore con un ruolo all’apparenza meno attivo ma allo stesso modo importante.

Tradire l’avversario

 Nel gioco del Burraco sono molto importanti le informazioni che si passano al compagno e lo abbiamo ripetuto molte volte in diversi articoli. C’è da considerare, però, che le stesse informazioni che noi vogliamo far arrivare al nostro socio, per forza di cose passano anche agli avversari e i più bravi non avranno certo problemi a utilizzarle a loro favore.

Per questo a volte è importante cercare di veicolare delle informazioni che non sono scorrette, ma che possono essere comprese in modo giusto dal nostro compagno e, invece, in modo ambiguo dal nostro avversario.