Più volte si è ribadito quanto, nel gioco del Burraco, le carte abbiano un significato molto più ampio del loro puro valore nominale.
Ogni carta assume un significato in base al modo in cui viene giocata e, ogni bravo giocatore, sa attribuire il giusto significato ad ogni mossa, sia che la compia egli stesso sia che questa venga compiuta dall’avversario.
Una divisione tipologica fra le carte può essere fatta in base alla loro posizione in una eventuale sequenza: si parla, quindi, di carte centrali o di carte limite.
Le carte centrali sono il 5, il 6, il 7, l’8, il 9 etc fino ad arrivare al J. Vengono definite centrali perché sono quelle che si trovano nel cuore di una scala e che danno la possibilità di allungo sia in un senso che nell’altro.
Si deduce semplicemente che le carte limite, o estreme, sono il 3, il 4, la Q e il K. Questa tipologia di carte, diversamente dalle precedenti, non dà grandi possibilità di allungo, in quanto permettono di attaccare carte solo in una direzione.
Partendo da questa definizione le due tipologie hanno, ovviamente, dei differenti utilizzi, sia in base alla loro posizione che in base alla fase di gioco in cui si decide di giocarle.
Ci sono due strategie fondamentali del Burraco che si occupano proprio di queste due tipologie.
La prima, che riguarda le carte centrali, consiglia di non aprire mai un gioco con questa tipologia se si è il primo a giocare. Giocando, ad esempio, 5, 6, 7, 8 di cuori subito, i nostri avversari potrebbero intuire il pericolo e impedirci di continuare il nostro gioco.
Ugualmente, di prima mano, se si è indecisi su cosa scartare, le strategie consigliano sempre di eliminare dal proprio ventaglio una carta limite, in modo da fare il minor danno possibile al nostro compagno e impedire agli avversari di accumulare, raccogliendo dal monte scarti, delle preziose carte centrali.