Giochi di carte come il burraco hanno ovviamente delle regole precise che devono essere seguite. Ciò non toglie che in alcuni casi particolari si posa dar vita a varianti non sempre accettate o ben gestite: e quella del burraco a 3 è una di quelle. Questo non significa doverci rinunciare per forza.
Soprattutto se come è accaduto per questo gioco la federazione italiana, la Fibur, ha creato un regolamento stabile e preciso che non lascia adito a discussione. Il burraco a 3 non viene quindi considerata una variazione quanto un metodo di gioco. Esso viene eseguito distribuendo 11 carte a testa, creando i due pozzetti che però saranno composti da 11 e 18 carte: quest’ultimo viene riposto sopra quello da 11. Chi finirà le carte prima degli altri prenderà quello più grande, delineando quindi le squadre: colui che lo vincerà giocherà da solo mentre i due rimanenti giocheranno in coppia contro quest’ultimo.
E’ questa una delle regole/ distinzioni non modificabili: il primo che finirà le sue carte ricevute a inizio partita in qualsiasi modo le termini sarà colui che giocherà in solitaria. Mentre andando a pozzetto il giocatore singolo prenderà le 18 carte, nell’altra squadra, soltanto il giocatore che andrà a pozzetto per primo prenderà le 11 carte del secondo mazzetto: sarà il terzo quindi a generare la chiusura.
I match point verranno poi a mezzi tra i giocatori che “lavoreranno in coppia“, mentre come ovvio che sia saranno attribuiti per intero a colui che ha giocato da solo. Quando il primo dei tre giocatori toccherà quota 1000 punti, vi sarà un’ulteriore modifica del gioco: all’inizio della distribuzione delle carte nel round seguente andranno messi a terra 3 pozzetti di 11 carte e tutti giocheranno contro tutti portando la partita a chiudersi sempre a 1505 punti.
Quindi lo ripetiamo: burraco a 3, perché no?