Come spesso abbiamo sottolineato lo scarto ha un ruolo di primo piano nel gioco del Burraco, soprattutto per il fatto che è il mezzo di comunicazione preferenziale che i giocatori usano per comunicare in modo lecito.
I giocatori esperti sanno che nessuno scarto è mai casuale. Non si scarta una carta perché si pensa che non possa servire o perché è quella che pensiamo che possa fare meno danni, ma si scarta una carta con il preciso obiettivo di far capire al proprio compagno quali sono i nostri giochi, in modo da poter far convergere le tattiche e le strategie.
Chi gioca a Burraco da molto tempo sa che esiste un vero e proprio alfabeto degli scarti, cioè un codice attraverso il quale ogni carta scartata assume un determinato significato.
Ogni giocatore, o coppia di giocatori, utilizza un suo personale alfabeto, anche se comunemente, soprattutto ancora non si padroneggiano alla perfezione regole e strategie del Burraco, il modo più semplice di comunicare è attraverso il colore e il valore delle carte.
In base a questi due principi le carte si possono suddividere in carte alte (dall’8 all’Asso) e carte basse (dal 3 al 7) per quanto riguarda il valore e in carte rosse (cuori e quadri) e nere (picche e fiori) per quanto riguarda il colore.
Questi due principi si uniscono in base al principio dell’opposto: scartare una carta di un determinato colore indica l’esigenza di giochi dell’altro seme dello stesso colore, scartare una carta bassa vuol dire bisogno di carte alte.
I due principi poi si uniscono fra loro, in modo da avere una comunicazione completa.