Continuiamo anche in questo post ad approfondire il discorso sulla figura e le mansioni dell’arbitro nel gioco del Burraco. Avevamo cominciato la nostra analisi riprendendo il contenuto del testo fondamentale che al mondo degli arbitri si riferisce, ovvero il Manuale dell’Arbitro che viene presentato e diffuso dalla Fibur, la Federazione Italiana Burraco, come guida per tutti gli arbitri federali o gli aspiranti tali.
Una delle prime cose che vengono chiarite all’interno del Manuale, ed in particolare all’interno della parte centrale del Manuale stesso, è la differenza che intercorre tra gli arbitri delle altre discipline sportive e gli arbitri del Burraco.
> La figura del direttore di gara in qualità di arbitro
Mentre nella maggior parte delle altre discipline sportive l’arbitro è sempre presente nel momento in cui si svolgono i fatti del gioco, l’arbitro del Burraco non ha questa possibilità, il che cambia di molto, passate la metafora, le carte in tavola.
Questo agire in assenza comporta per l’arbitro del Burraco, dunque, una serie di conseguenze, come ad esempio la necessità di ricostruire i fatti accaduti sul tavolo verde e la necessità di doversi comunque pronunciare su questi ultimi in modo tempestivo.
L’arbitro del Burraco non può avvalersi dunque di quei tempi di valutazione, di studio e di ricerca che sono invece concessi ai suoi colleghi di altre discipline. Deve così avere in ogni momento una fondamentale conoscenza del Codice di Gara, unita ad una mentalità spiccatamente professionale e delle buone doti comportamentali.